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Dichiarazione IMU beni merce: ancora obbligatoria per avere l’agevolazione?

Con l’introduzione del nuovo modello di dichiarazione IMU previsto dal Decreto 29 luglio 2022 del Ministero dell’economia e delle finanzeApprovazione del modello di dichiarazione dell’imposta municipale propria (IMU) e dell’imposta immobiliare sulle piattaforme marine (IMPi)”, (pubblicato in G.U. n. 184 dell’8 agosto 2022), permangono i dubbi circa l’obbligatorietà della presentazione della dichiarazione IMU al fine di beneficiare dell’agevolazione riservata ai beni merce non concessi in locazione.

Tale incertezza sussiste in quanto la L. 27-12-2019 n. 160 all’ art. 1 – comma 751 prevede, fino al 2021, per i beni merce, che non siano locati, l’applicazione dell’aliquota di base pari allo 0,1 per cento, consentendo ai comuni di aumentarla fino allo 0,25 per cento o diminuirla fino all’azzeramento. A decorrere dal 1° gennaio 2022, la norma per i medesimi fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, finché permane tale destinazione e non siano in ogni caso locati, prevede invece l’esenzione dall’IMU.

Dalla formulazione della norma sopra citata si evince che non è stato specificato se la dichiarazione IMU debba comunque essere presentata «a pena di decadenza» dal beneficio, come invece previsto dall’ articolo 2, comma 5-bis, del Dl 102/2013: “Ai fini dell’applicazione dei benefici di cui al presente articolo, il soggetto passivo presenta, a pena di decadenza entro il termine ordinario per la presentazione delle dichiarazioni di variazione relative all’imposta municipale propria, apposita dichiarazione, utilizzando il modello ministeriale predisposto per la presentazione delle suddette dichiarazioni, con la quale attesta il possesso dei requisiti e indica gli identificativi catastali degli immobili ai quali il beneficio si applica. Con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze sono apportate al predetto modello le modifiche eventualmente necessarie per l’applicazione del presente comma”. 

Il dipartimento delle Finanze a Telefisco 2020 è intervenuto sulla questione precisando che “La legge di Bilancio 2020 contempla, al comma 769 dell’articolo 1, l’obbligo dichiarativo in capo ai soggetti passivi Imu, limitandolo, in linea con il previgente regime Imu di cui fa peraltro salve le dichiarazioni già presentate, ai soli casi residuali in cui il Comune non è in grado di conoscere altrimenti le informazioni per verificare il corretto assolvimento dell’imposta da parte del contribuente. Al contempo, però, il Legislatore non ripropone nel nuovo impianto normativo dell’Imu quelle norme che subordinavano, a pena di decadenza, il riconoscimento delle agevolazioni, al previo assolvimento dell’obbligo dichiarativo, come nel caso citato dei beni-merce e degli alloggi sociali; per cui si ritiene che tale impostazione sia venuta meno e che, anche per siffatte ipotesi, la mancata presentazione della dichiarazione comporti solo l’applicabilità delle relative sanzioni previste in via generale per la violazione dell’obbligo dichiarativo Imu ma non anche la decadenza dai benefici in questione”.

La recente pronuncia della Cassazione con l’ordinanza n. 5191/2022 ha però chiarito che il summenzionato art. 1, comma 769 della L. n. 160 del 2019, (c.d. legge di Bilancio 2020) non abroga l’art. 2, comma 5-bis del D.L. n. 102 del 2013, ne consegue che l’esonero dall’ IMU per i fabbricati merce presuppone la presentazione della dichiarazione.

Quanto sostenuto dalla Cassazione risulta pertanto in contrasto con il chiarimento introdotto dal Mef a Telefisco 2020: ne deriva che sia in ogni caso consigliabile per gli Enti invitare i contribuenti a presentare ugualmente la dichiarazione relativa ai beni merce al fine di beneficiare dell’esenzione IMU dal 2022 in quanto in assenza di dichiarazione il Comune nell’incertezza normativa è legittimato a non riconoscere l’esenzione appellandosi al fatto che la condizione di bene merce non è un dato conoscibile dall’Ente per verificare il corretto assolvimento dell’imposta da parte del contribuente.

Si auspica in un intervento legislativo per chiarire la questione o bisognerà attendere l’esito degli eventuali contenziosi per capire quale sarà l’orientamento maggioritario della giurisprudenza rispetto alla modifica di trattamento intervenuta a decorrere dall’anno 2022.