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Prosegue lo stallo nelle trattative per il rinnovo del CCNL delle Funzioni locali

Come prevedibile, si è conclusa con un nulla di fatto la riunione odierna dell’Aran con i sindacati rappresentativi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto Funzioni locali per il triennio 2022-2024.

E dire che nel corso dell’incontro l’Aran aveva anche presentato una nuova proposta che prevedeva:
– la destinazione prioritaria delle risorse disponibili agli aumenti stipendiali, con importi superiori rispetto alle tabelle consegnate a gennaio;
– un parziale accorpamento dell’indennità di ente nello stipendio tabellare, per allineare le dinamiche retributive delle Funzioni locali a quelle delle Funzioni centrali, con effetti anche sul trattamento di fine servizio;
ma le sigle sindacali Cgil e Uil hanno ribadito la richiesta di ulteriori risorse economiche, vincolando la firma del contratto ad una ipotesi di ulteriori stanziamenti nella prossima legge di bilancio.

Questa posizione, tenuto conto del peso rappresentativo delle due organizzazioni, impedisce la sottoscrizione dell’accordo per il triennio 2022-2024 e blocca l’avvio delle trattative per il triennio successivo 2025-2027, per il quale le risorse sono già disponibili e potrebbero portare a un incremento retributivo medio di ulteriori 150 euro mensili.

“Registriamo con rammarico l’impossibilità di concludere positivamente una trattativa che Aran ha portato avanti con spirito costruttivo, senso istituzionale e rispetto per il lavoro degli enti locali – spiega il presidente di Aran, Antonio Naddeo, al termine dell’incontro -. La nostra nuova proposta dà un ulteriore incremento agli stipendi e inizia un processo di accorpamento dell’indennità ente nello stipendio, valorizzando, anche attraverso il superamento del tetto al trattamento accessorio, il lavoro di migliaia di dipendenti del Comparto. Rimaniamo disponibili al confronto, ma ogni ipotesi di accordo deve fare i conti con i vincoli di bilancio e la sostenibilità finanziaria delle risorse pubbliche. Occorre senso di responsabilità per non penalizzare ulteriormente il comparto, che rischia di restare indietro rispetto agli altri settori pubblici già rinnovati”.

Ma per Cgil e Uil, l’Aran ha presentato una proposta che si muove nell’ambito delle risorse già stanziate, e che non risolve il problema salariale: uno spostamento delle risorse dall’indennità di comparto allo stipendio tabellare e una riduzione corrispondente del fondo delle risorse decentrate oltre a qualche euro inizialmente destinato alla contrattazione decentrata.

Per noi la proposta è totalmente insufficiente, precisano le due sigle sindacali. Occorrono fondi certi aggiuntivi per un contratto giusto e dignitoso per tutti. Dopo un solo giro di interventi al tavolo, Aran ha interrotto bruscamente la trattativa senza preannunciare ulteriori convocazioni”.

È quanto fanno sapere in una nota Fp Cgil e Uil Fpl, che ribadiscono: “noi rimaniamo sempre disponibili a proseguire il confronto, ad un esame nel merito dei provvedimenti e ad un ulteriore momento di approfondimento. Nell’occasione, è opportuno ricordare che il recente decreto sulla Pubblica Amministrazione non garantisce alcun aumento certo per tutti i lavoratori, ma introduce solo una possibilità, non un obbligo, di superamento del tetto del salario accessorio. Opportunità riservata ai soli enti virtuosi e, anche tra questi, molti saranno costretti a scegliere tra nuove assunzioni e l’aumento (nella stragrande maggioranza dei casi minimo) del salario per il personale in servizio”, proseguono.

“Il governo non sta dando le risposte necessarie, per noi parte la mobilitazione”, conclude la nota.

Tags: CCNL, Rinnovi contrattuali