Skip to content

Milleproroghe: nuova proroga fino al 31 dicembre 2024 del c.d. “scudo erariale”

Alla fine è arrivato il via libera delle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio della Camera all’emendamento al D.L. 215/2023 (c.d. Milleproroghe) che estende fino al 31 dicembre 2024 il c.d. “scudo erariale” previsto dall’articolo 21, comma 2, del D.L. 16 luglio 2020, n. 76 (convertito dalla legge 11 settembre 2020, n. 120), che, nel testo attualmente vigente, così recita: “Limitatamente ai fatti commessi dalla data di entrata in vigore del presente decreto e fino al 30 giugno 2024, la responsabilità dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti in materia di contabilità pubblica per l’azione di responsabilità di cui all’articolo 1 della legge 14 gennaio 1994, n. 20, è limitata ai casi in cui la produzione del danno conseguente alla condotta del soggetto agente è da lui dolosamente voluta. La limitazione di responsabilità prevista dal primo periodo non si applica per i danni cagionati da omissione o inerzia del soggetto agente”.

Ma la seduta di ieri notte ha portato all’approvazione anche di altre proposte emendative. È stata ad esempio approvata la proroga fino al 31 dicembre 2024 della deroga al regime di inconferibilità che vieta a taluni ex amministratori locali (in particolare ai componenti delle giunte e dei consigli dei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione) di assumere nei due anni successivi alla fine del mandato incarichi amministrativi di vertice o dirigenziali nelle regioni, incarichi di amministratore di enti pubblici regionali, nonché incarichi di amministratore di enti di diritto privato controllati dalle regioni.

Sono state poi introdotte una serie disposizioni derogatorie in materia di assunzioni di personale per gli enti locali ubicati nelle regioni Calabria e Sicilia.

Infine, si prevede l’ulteriore ampliamento delle possibilità di stabilizzazione degli assistenti sociali da parte dei Comuni, concedendo loro più tempo (fino al 31 dicembre 2024) per maturare i tre anni di servizio minimi (negli ultimi otto) che danno diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.