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Limitazioni all’uso delle graduatorie e blocco delle procedure concorsuali fino a settembre: Anci, Upi e Conferenza delle Regioni chiedono interventi correttivi

Pubblichiamo la lettera a firma del presidente dell’Anci, Antonio Decaro, del presidente di Upi, Michele De Pascale e del presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga indirizzata a Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica Amministrazione, Roberto Calderoli, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie e a Alfredo Mantovano Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri sulle criticità derivanti dal decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44 recante “Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche”.

In sede di conversione in legge è stato infatti introdotto l’articolo 1-bis che modifica l’articolo 35, comma 5-ter del d.lgs. 165/2001, che esclude la possibilità, per le pubbliche amministrazioni, di prevedere un numero di idonei (non vincitori) superiore al 20% rispetto al numero di posti messi a concorso. Secondo tale disposizione, inoltre, lo scorrimento delle graduatorie, in relazione agli idonei non vincitori, sarebbe possibile solo in caso di rinuncia all’assunzione o di dimissioni del dipendente intervenute entro sei mesi dall’assunzione dei vincitori.

La norma in questione, dunque, limita fortemente la possibilità per le amministrazioni pubbliche di assumere nuovo personale mediante lo scorrimento delle graduatorie concorsuali (in particolare di quelle approvate da altri enti).

In questo contesto, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ANCI e UPI, condividono la medesima preoccupazione per le conseguenze negative che la norma, così formulata, comporterebbe sul funzionamento dei servizi delle Regioni e degli Enti Locali considerati i tempi necessari per l’espletamento di nuove procedure concorsuali e la inevitabile moltiplicazione delle stesse con ulteriori costi a carico delle amministrazioni.

Ma la nota congiunta concentra l’attenzione anche sulla previsione normativa recentemente introdotta con l’art. 4, comma 1, del D. L. n. 61/2023, il quale ha previsto che “Per il periodo dal 1° maggio 2023 al 31 agosto 2023, nei confronti dei soggetti che alla data del 1° maggio 2023 avevano la residenza, il domicilio …. nei territori indicati nell’allegato 1, sono sospesi tutti i termini ordinatori o perentori … pendenti alla data del 1° maggio 2023 o iniziati successivamente a tale data, ivi inclusi … quelli relativi ai termini per la presentazione della domanda di partecipazione a procedure concorsuali”.

Tale previsione, lamentano giustamente le associazioni rappresentative degli enti territoriali, di fatto determina la sospensione fino a settembre 2023, non solo per le amministrazioni dei territori interessati agli eventi alluvionali, che peraltro hanno urgenza di acquisire il più celermente possibile personale a tempo determinato da destinare alla gestione dell’emergenza, ma per tutte le pubbliche amministrazioni, sull’intero territorio nazionale, di tutte le procedure concorsuali il cui termine per la presentazione delle candidature è ricompreso tra il 1° maggio e il 31 agosto.

Alla luce delle considerazioni svolte, Anci, Upi e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ritengono necessario un intervento correttivo delle norme richiamate al fine di garantire la necessaria flessibilità da parte delle Amministrazioni territoriali nella programmazione e nell’ avvio delle procedure di reclutamento del personale al loro interno.