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Il nuovo Patrimonio Netto: l’analisi delle riserve impegna gli enti da subito

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 15 settembre 2021 n. 221 del Decreto 1° settembre 2021 ad oggetto: “Aggiornamento degli allegati al decreto legislativo n. 118 del 2011, recante «Disposizioni in materia dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni, degli enti locali e dei loro  organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42» ha dato il via ai lavori per la “mini” riclassificazione del Patrimonio Netto da parte dei enti locali da approvare con il Rendiconto 2021.

Alla luce di quanto previsto dal principio contabile All. 4/3 “Principio contabile applicato concernente la contabilità economico-patrimoniale degli enti in contabilità finanziaria” così come aggiornato e completamente rivisto al paragrafo 6.3 dedicato al Patrimonio Netto è opportuno che gli enti mettano in campo le attività di verifica propedeutiche alla stesura definitiva dello Stato Patrimoniale fin da subito, considerando che la gran parte delle informazioni necessarie per procedere sono già a disposizione degli uffici.

Il percorso di recepimento del nuovo disposto normativo, come abbiamo illustrato nel nostro approfondimento, passa dall’adozione delle nuove voci di piano dei conti, dall’applicazione dei nuovi criteri di alimentazione delle riserve e dall’analisi, in particolare, delle Riserve da permessi di costruire e Riserve indisponibili per beni demaniali e patrimoniali indisponibili e per i beni culturali.
Quest’ultima attività non può prescindere da un puntuale aggiornamento dell’inventario comunale, nonché dalla gestione delle spese di investimento dettagliate per fonte di finanziamento e delle relative scritture in contabilità economico patrimoniale, come avremo modo di evidenziare in un prossimo approfondimento.