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Governo e sindacati firmano il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”

Valorizzazione economica e professionale del personale pubblico, nuove regole per lo smart working, potenziamento della digitalizzazione, formazione continua e più welfare contrattuale. Sono questi i capisaldi del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” firmato questa mattina dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, insieme al Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e dai Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil.

Questi, in sintesi, i punti principali del Patto appena sottoscritto:
•    il Governo emanerà in tempi brevi gli atti di indirizzo di propria competenza per il riavvio della stagione contrattuale sia ai fini della stipulazione del contratto collettivo nazionale quadro sui comparti e aree di contrattazione collettiva, che con riferimento ai singoli comparti e aree (sollecitando nel contempo i Comitati di settore per quanto di competenza). I rinnovi contrattuali relativi al triennio 2019-2021 vedranno confluire l’elemento perequativo nella retribuzione fondamentale, cessando di essere corrisposto quale elemento distinto della retribuzione. Il Governo, inoltre, individuerà le misure legislative utili a promuovere la contrattazione decentrata e a superare il sistema dei tetti ai trattamenti economici accessori (art. 23, comma 2, del D.Lgs. n. 75/2017);

•    con riferimento al lavoro agile, poi, nei futuri contratti collettivi nazionali dovrà essere definita una disciplina normativa ed economica che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e l’orientamento ai risultati, conciliando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni. Saranno quindi disciplinati aspetti di tutela dei diritti sindacali, delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro quali il diritto alla disconnessione, le fasce di reperibilità, il diritto alla formazione specifica, la protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze;

•    attraverso i contratti collettivi del triennio 2019-2021, si procederà altresì alla successiva rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale, ricorrendo a risorse aggiuntive con la legge di bilancio per il 2022 e adeguando la disciplina contrattuale ai fabbisogni di nuove professionalità e competenze. Corollario della rivisitazione dell’ordinamento professionale è anche la necessità della valorizzazione di specifiche professionalità non dirigenziali dotate di competenze e conoscenze specialistiche, nonché in grado di assumere specifiche responsabilità organizzative e professionali;

•    il Governo si impegna anche a definire politiche formative di ampio respiro, con particolare riferimento al miglioramento delle competenze digitali e di specifiche competenze avanzate di carattere professionale. Formazione e riqualificazione assumeranno il rango di investimento strategico e non saranno più considerati come mera voce di costo;

•    nell’ambito dei nuovi contratti collettivi saranno adeguati i sistemi di partecipazione sindacale, valorizzando gli strumenti di partecipazione organizzativa e il ruolo della contrattazione integrativa;

•    le parti concordano infine sulla necessità di implementare gli istituti di welfare contrattuale, con riferimento al sostegno alla genitorialità e all’estensione al pubblico impiego di agevolazioni fiscali già riconosciute al settore privato, relative alla previdenza complementare e ai sistemi di premialità diretti al miglioramento dei servizi.