Non si vedono spiragli nella trattativa per il rinnovo del CCNL del comparto Funzioni Locali valido per il triennio 2022-2024. Durante l’incontro di oggi, infatti, Cgil e Uil hanno ribadito la loro indisponibilità a sottoscrivere l’accordo, chiedendo ulteriori risorse. Cisl e Csa, invece, si sono detti pronti alla firma. Tuttavia, il mancato consenso della maggioranza delle organizzazioni sindacali rende, al momento, impossibile la conclusione dell’intesa.
La trattativa, aperta da oltre un anno, rischia uno stallo che potrebbe far slittare l’effettiva entrata in vigore del contratto al 2026, a causa della lunga fase di controllo successiva alla firma.
“Abbiamo lavorato a lungo per costruire un contratto equilibrato, innovativo e sostenibile. Ma se Cgil e Uil dovessero rimanere sulle loro posizioni, il contratto non potrà essere concluso”.
Così Naddeo, presidente dell’Aran, commenta l’esito negativo della riunione odierna sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro 2022-2024 del comparto Funzioni Locali. “È una situazione preoccupante – avverte Naddeo – perché mette a rischio l’intera tempistica del rinnovo contrattuale e crea incertezza per lavoratori ed enti. Ci auguriamo che si possa ancora aprire uno spiraglio di confronto”.
Come si legge nel comunicato emesso dall’Agenzia al termine della giornata di trattative, “Aran ha già riconvocato il tavolo negoziale per il 10 giugno, nella speranza che si riaprano le condizioni per un’intesa condivisa”.
Il contratto in discussione prevede:
– un incremento medio mensile di 141 euro;
– l’introduzione del buono pasto per il lavoro agile;
– la sperimentazione della settimana corta;
– un rafforzamento delle relazioni sindacali;
– la possibilità di aumenti medi aggiuntivi fino a 74 euro per gli enti in equilibrio finanziario, grazie alle nuove norme del Decreto Pa.
Duro il commento rilasciato dal ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo: “Purtroppo ancora una volta devo constatare che l’obiettivo di alcuni sindacati è solo quello di fare politica sulla pelle dei lavoratori”.
“Il Governo, con il Decreto Pa – aggiunge Zangrillo – ha inserito una norma specifica per consentire agli Enti con bilanci in equilibrio di integrare il trattamento accessorio del personale. Bene, nonostante tutto questo, non è stato sufficiente superare lo stallo del negoziato”. Un’analisi quindi del ministro anche sulla chiusura a oltranza di Cgil e Uil: “Non posso che dedurre che, da parte di Cgil e Uil, non vi sia alcuna volontà di concludere il contratto in corso e di avviare tempestivamente la nuova tornata 2025-2027, per la quale le risorse sono già disponibili. E’ una scelta che rischia di penalizzare i lavoratori e rallentare il percorso di rinnovamento della Pubblica amministrazione locale. Sorprende che oggi si invochi una perequazione con i trattamenti economici delle Funzioni Centrali, contratto che peraltro Cgil e Uil non hanno firmato, quando la medesima richiesta non era stata avanzata nella precedente tornata contrattuale 2019-2021. Una posizione che lascia perplessi e solleva interrogativi legittimi”. Conclude il ministro Zangrillo: “Ribadisco il mio impegno per valorizzare il lavoro pubblico e completare il ciclo di rinnovi contrattuali, la contrattazione è uno strumento essenziale di riconoscimento e modernizzazione, ma ha bisogno di responsabilità da parte di tutti”.
“Le dichiarazioni del ministro Zangrillo sono irrispettose nei confronti di chi lavora nelle funzioni locali” hanno replicato in una nota Fp Cgil e Uil Fpl. “Il Ministro farebbe bene a misurare le sue affermazioni”.
“Rispediamo al mittente le accuse – aggiungono le due sigle sindacali. La norma contenuta nel Dl Pa non è finanziata e sarà inapplicabile nella maggioranza degli enti locali creando disparità inaccettabile tra lavoratori dello stesso comparto che lavorano in enti diversi. Lavoratrici e lavoratori delle funzioni locali, anche nelle recenti elezioni Rsu, hanno confermato ed ampliato la fiducia in Cgil e Uil, confermando la condivisione delle nostre posizioni sul contratto. La responsabilità dello stallo è del ministro: metta risorse aggiuntive e il contratto si sblocca, altrimenti noi continueremo la mobilitazione”.
“C’è un solo responsabile dell’attuale situazione ed è il Governo, che ha scelto di non riconoscere un salario adeguato ai lavoratori pubblici. Il Ministro ci convochi e accetti il confronto anziché continuare con le dichiarazioni”, conclude la nota.